Gli ultimi giorni del 2013 in Francia hanno visto il gonfiarsi di una polemica di carattere socio politico che la possiamo collocarla tra il ridicolo e il serio. Visto la posizione di partenza possiamo scommetterci che sarà durevole e dunque di buona prospettiva. Ma veniamo ai fatti.
Sabato pomeriggio, durante il match West Bromwich Albion – West Ham, l’attaccante della squadra ospitante Nicolas Anelka, dopo aver segnato il gol del pareggio fa un gesto strano e di primo impatto, volgare. Il nazionale francese ed ex Juventus, allunga il braccio destro verso il basso e poggia la mano sinistra sulla spalla destra. Un italiano medio e non solo, dopo averlo visto, lo tradurrebbe con: “ve l’ho messo nel culo!” oppure “c’è l’ho grande così!” – dipende dal punto di vista…
In verità si tratta della quenelle. Un gesto che è giudicato antisemita per alcune persone e personalità della Francia. Il ministro dello sport Valérie Fourneyron ha subito definito il gesto disgustoso. La precedente ministra dello sport Jouanno non ha esitato molto nell’accusare il giocatore di essere un nazista e antisemita poiché quel gesto rappresenta il saluto fascista al contrario. In un primo momento, non sembra niente di straordinario, anche se la Federazione inglese potrebbe sospendere il giocatore per cinque giornate. Polemiche del genere con giocatori che fanno saluti nazisti non sono una novità nel panorama europeo, Paolo di Canio docet. Però il gesto di Anelka non era un semplice saluto nazista con la mano su, assomiglia veramente poco al gesto di saluto di Hitler. Il calciatore ovviamente subito dopo ha dichiarato di non essere antisemita né nazista ma che il suo gesto era solo un omaggio al suo comico preferito Dieudonné.
La Bestia Nera dei francesi.
Il comico Diuedonné Mbalà Mbalà mentre fà una quenelle.
Dieudonné M’bala M’bala, è un comico francese che potremmo definire da cabaret o più comunemente da Zelig, che ebbe un discreto successo verso la fine degli anni ’90 e una popolarità straordinaria raggiunta alla fine del 2005 quando, durante una trasmissione televisiva, improvvisa un ebreo ultra ortodosso in passamontagna che incita i telespettatori ad unirsi “all’asse del bene, all’asse americano sionista” e grida Israheil invece di Israel. La polemica è servita, ma in verità si tratta di un continuum del comico francese. Durante i suoi one man show nel suo teatro parigino o altrove, il comico francese di padre camerunense, non perde l’occasione per lanciare invettive contro le lobby sioniste presenti in Francia e nel mondo, accusandole di migliaia misfatti storici e contemporanei come la tratta degli schiavi negli Stati Uniti oppure la guerra contro il terrorismo dopo gli attentati dell’11 settembre. Spesso si diletta a fare anche dei doppi sensi sulle camere a gas e sulla shoah, che per lui è un pretesto utilizzato dai sionisti.
Il comportamento del comico ha suscitato l’ira di molte associazioni, politici, intellettuali e media. Ma l’altra parte della medaglia vede un comico che è popolarissimo non solo a teatro ma anche nel web. Non solo per la sua verve comica, ma anche o forse soprattutto per il suo tema ricorrente contro il sionismo. Tuttavia, solo per una piccolissima parte dell’opinione pubblica Dieudonné è un graffiante comico e non un antisemita.
La “quenelle” prima del fenomeno Dieudonné era un piatto tradizionale della cucina francese, cioè delle polpette in forno spesso di pesce. Ora è diventato un gesto controverso che indica, a seconda dei punti di vista: un identificazione con il messaggio di Dieudonné oppure un insulto nazista per i suoi detrattori. Eppure lui non si è mai dichiarato tale essendo figlio di schiavi e si difende dicendo di fare solo della comicità e satira. Bisogna anche aggiungere che il gesto di Dieudonné in principio non fosse legato al tema sionista trattata nei suoi sketch, ma ne è diventata con il protrarsi della vicenda. Lui stesso lo utilizzo per fini elettorali presentando una lista alle europee del 2009. Il partito antisionista coinvolgeva non solo Dieudonné ma anche negazionisti come Alain Soral e attirando le simpatie del Fronte Nazionale scomodando lo stesso Le Pen a vedere gli spettacoli del comico controverso.
Ora, sulle preferenze politiche[1] e sui propositi sinistri di Dieudonné così come sulla sua comicità in generale c’è da discutere e la Francia intera lo sta facendo ma in maniera confusa e forse frettolosa bollando il comico e i suoi fans come dei neo nazisti, antisemiti, razzisti e altri epiteti poco gradevoli ma utili a fini promozionali per il comico e qualche forza politica (FN), questo è impossibile negarlo.
Cosa fa la Repubblica?
Da anni oramai Dieudonné non può esibirsi in molte città, perché le autorità locali lo impediscono. Un caso noto è quello del sindaco di Nizza, Christian Estrosi, che nell’Ottobre del 2012 dichiarò che avrebbe fatto tutto per non permettere ad un uomo con propositi antisemiti di fare uno show nella sua città. Per ovvi motivi in televisione o media generalisti Dieudonné appare solo quando la polemica risale. Proprio ciò che è avvenuto la scorsa settimana ma questa volta la polemica è diventata un “affaire”. Dieudonné è diventato una persona non grata al punto che il ministro degli interni Manuel Valls ha promesso che seguirà tutte le vie legali e giuridiche per impedire gli spettacoli del comico, un pensiero condiviso dalla destra e dalla sinistra repubblicana e ovviamente appoggiato dal capo dello Stato, François Hollande. Però in una repubblica democratica impedire uno spettacolo teatrale à priori significa impedire la libertà d’espressione. Rimane una missione impossibile sia per motivi giuridici sia per principio. Addirittura un deputato centrista nelle ultime ore ha proposto di proibire per legge il gesto della quenelle. Forse sconvolto da persone come Alain Sora che esibisce il gesto ad Auschwitz.
L’affaire della quenelle sembra risvegliare l’affaire Dreyfus o tutte quelle vicende simili storiche o recenti della storia del paese d’oltralpe. Ultimamente il dibattito sul velo nei luoghi pubblici e nelle scuole è ritornato nelle aule parlamentari, anche se sembrava risolta con la legge del 2005. Da un campo all’altro della politica francese si gettano accuse e critiche su queste leggi che sembrano non aver raggiunto gli obiettivi preposti perché il comunitarismo in Francia non è sparito. Basta uno sketch scadente e un comico in cerca di popolarità a far venire a galla delle divisioni religiose, comunitariste e accuse antisemite.
La repubblica francese ha sempre cercato di combattere questi fenomeni della Francia moderna, multiculturale, multi religiosa e storica terra con un’importante presenza ebraica. Ma l’antidoto scelto dalla repubblica francese non funziona.
L’antisemitismo e il razzismo in Francia sembrano due funghi velenosi, ricoperti velocemente di terra umida dalle leggi repubblicane francesi e basta solo un po’ d’acqua per farli rispuntare in superficie.
[1] Nel ’98 si candido con il PS a Dreux come sindaco.