SARKOZY E’ GIA PRESIDENTE!

Le speranze di Nicolas Sarkozy per candidarsi alle elezioni presidenziali del 2017, verranno messe di fronte ad un test importante questo sabato, quando gli aderenti del partito UMP voteranno il loro nuovo leader. Sarkozy, candidato favorito, aspetta con impazienza questo ritorno in politica, dalla quale è rimasto (solo fisicamente) fuori dopo la sconfitta del 2012.

Di fronte a due outsider come Bruno LeMaire e Hervé Mariton, l’ex presidente della Repubblica non dovrebbe avere difficoltà apparenti a vincere le primarie chiuse dell’UMP ( solo gli aderenti al partito votano). L’obiettivo è piuttosto vincere con una grande maggioranza tale da garantire a Sarkozy un ritorno indiscusso e soprattutto placare le divisioni interne, dopo l’uscita di quest’ultimo. Ricordiamo lo scontro Fillon – Copé e gli scandali finanziari. Ci sarebbe poi da riguadagnare quella parte dell’elettorato che è andato al Fronte Nazionale.

Sarkozy con la sua piattaforma elettorale punta non solo a riacquistare quelle persone sedotte da Marine Le Pen ma anche ad assicurarsi quella parte di elettorato conservatore, preoccupata dal viso sempre più multicolore della Francia odierna, che rimane il paese con il maggior numero di persone di fede musulmana in Europa.

“Essere cittadino francese, significa adeguarsi al modo di vita francese, ad accettare le regole della Repubblica Francese ed abbracciare la sua lingua e la sua cultura” – dichiara disinvolto Sarkozy di fronte al suo feudo di Boulogne – Billancourt.-

Con la stessa scioltezza risponde ad un militante che aveva un senso nominare Rachida Dati come ministro degli interni: “Chi meglio di lei, di padre marocchino e madre algerina può occuparsi di politiche penali”. Un’affermazione che ha un fondo di razzismo secondo l’associazione SOS Racisme.

In questi giorni impazza l’hashtag sarkonnerie, un neologismo che fonde le parole Sarkozy e conneries ( cavolate)

Sarkozy, confondendo la presidenza del partito con quella del paese, annuncia già come far uscire la Francia dalla crisi economica; abbassando le spese pubbliche in modo drastico e riformare le leggi sul lavoro.. La battaglia mai vinta sulle 35 ore settimanali.

Sulla falsariga della retorica euroscettica britannica, il Sarkò incita l’Unione Europea a dare pià poteri ai paesi membri ed a riconsiderare il trattato Schengen. Infine, non può mancare la promessa di abolire la legge del 2013 sul matrimonio per tutti i sessi.

 

Nicolas Sarkozy, vinse nel 2007 perché rappresentava la novità e novità fu per un paese lento a cambiare come la Francia. Ora a 59 anni, Sarkozy sembra già vecchio e per di più è annebbiato dalla vendetta contro tutto e tutti.

Forte del carisma, che pochi hanno in Francia, e di un elettorato sempre fedele, prepara la sue rientrata in politica ma va veloce, troppo veloce, dimenticando che le elezioni presidenziali sono tra due anni e di fronte non avrà qualche outsider del suo partito ma ben altre figure. Una su tutte, Alain Juppé.

LE ELEZIONI PRIMARIE IN FRANCIA

Storicamente i partiti in Francia sono dei partiti sezione, secondo il modello ideato da Maurice Duverger, cioè ben organizzati e i leader non permettono una grande democrazia interna. Il partito socialista francese è un partito di notabili, cioè personalità spesso venute dal territorio e che grazie alla popolarità sul territorio riescono ad avere la stessa fama nell’intera Francia, rimanendo dunque nella scena politica per parecchio tempo. Ad esempio, Pierre Mauroy  (sindaco storico di Lilla e poi primo ministro) oppure più recentemente lo stesso Hollande, senza dimenticare Jacques Chirac, prima sindaco di Parigi poi capo del RPR e infine presidente. Quindi vi è poco spazio per la democrazia all’interno dei partiti in Francia.  Le prime elezioni per scegliere un candidato presidente risalgono nel lontano 1995 quando l’ultimo settennato di Mitterrand giunge al termine. Gli aderenti del PS allora sono invitati a scegliere tra Lionel Jospin e Henri Emmanuelli, quest’ultimo perde le elezioni e il candidato e l’ex ministro Jospin, il quale però perderà le presidenziali contro Chirac nello stesso anno.

Nel 2006 si presentano più candidati ma come nel ‘95 le elezioni sono aperte solo ai simpatizzanti di sinistra. Questa volta i due candidati principali sono Segolene Royale e Dominique Straus Kahn, tamponati dal rampollo di Mitterrand, Laurent Fabius. Sarà Ségoléne Royale la vincitrice, appoggiato da una grande parte del partito e dal suo ex marito, segretario del partito dell’epoca Francois Hollande.

Tuttavia bisogna attendere la fine del 2011 per avere delle primarie aperte all’intera popolazione. Come per l’Italia, bisogna che l’elettore contribuisca con una cifra simbolo di 1 euro e dichiari di votare la sinistra durante le elezioni presidenziali. Di conseguenza, questa volta troviamo un numero maggiore di candidati.

– Jean Michel Bellet, segretario del partito radicale di sinistra.

– Arnaud Montebourg, segretario del partito e organizzatore delle primarie.

– Martine Aubry, sindaco di Lille e discepola di Pierre Mauroy

– Francois Hollande, ex segretario  storico del PS

– Segolène Royale, uscita sconfitta dalla sfida con Sarkozy nel 2007

– Manuel Walls deputato e sindaco, una figura nuova al seno del PS, bollato dai suoi detrattori come uno troppo di destra.

I candidati delle primarie socialiste 2011. Da sinsitra a destra: Jean Michel Bellet,Martine Aubry,Manuel Walls, Francois Hollande, Arnoud Montebourg e Ségoléne Royale

I candidati delle primarie socialiste 2011. Da sinsitra a destra: Jean Michel Bellet,Martine Aubry,Manuel Walls, Francois Hollande, Arnoud Montebourg e Ségoléne Royale

La vigilia della campagna per le primarie sarà carattetizzata da un clima di tensione, dopo lo scandalo sessulae che colpisce Domenique Straus Kahn, indicato da tutti l’unico sfidante capace di battere Sarkozy.

Il Partito socialista si dissocia completamente dal affare di DSK e si concentra sulla scelta del candidato presidente.

La battaglia sarà molto accesa e al secondo turno passano Hollande insieme ad Aubry. Il vincitore sarà il futuro presidente della repubblica François Hollande.

Lo strano caso delle primarie dell’UMP.

 L’(Union pour un Mouvement Populaire) nasce negli inizi degli anni 2000 ed è il diretto discendente diretto del RPR (il partito neogollista fondato da Chirac negli anni ‘70). L’Ump è sostanzialmente opera di Nicolas Sarkozy che allarga il movimento gollista anche al centro. Fin dall’inizio l’Ump riscuote un enorme successo. Presidenziali e legislative del 2001 e poi vince le elezioni regionali e locali. Però la sconfitta alle presidenziali dell’anno scorso e l’uscita di scena, un po’ frettolosa e enigmatica, del suo creatore e primo leader Sarkozy, lascia un vuoto di potere.

Il partito di centro destra decide allora di  scegliere il nuovo capo del partito e di conseguenza il prossimo candidato alle elezioni presidenziali del 2017. Gli sfidanti che si presentano sono due esponenti illustri del partito, però non si tratta di primarie aperte poiché sono solo gli aderenti coloro che possono scegliere il candidato. Francois Fillon, primo ministro durante Sarkozy e François Copé, ministro di Fillon sono i due candidati.  La battaglia elettorale è tanto violenta quanto originale, poiché mai gli elettori classici della destra hanno visto un tale scontro all’interno della destra. François Fillon rappresenta una destra moderata che ammette le proprie difficoltà e i propri limiti durante le presidenziali. Fillon predilige anche un’alleanza con il centro. Invece Copé è la vera novità, un po’ per il suo modo di affrontare la battaglia elettorale, tutto tranne moderata e soprattutto per la sua idea di una destra senza complessi, avvicinandosi indirettamente all’estremismo del FN. Quest’ultimo sarà una delle tematiche delle primarie.

I sondaggi prevedevano un risultato stretto e così è stato. Infatti, Copé vince solo con 0,3% ma il risultato è subito contestato dall’entourage di Fillon, nello stesso tempo Copé accusa dei gravi brogli elettorali nel dipartimento delle Alpi Maritime.

Jean François Copé e François Fillon, i due contendenti che hanno diviso l’UMP.

Dopo settimane di accuse reciproche finalmente Fillon accetta la sconfitta, Copé diventa segretario però l’Ump si divide. Infatti, Fillon crea un proprio gruppo parlamentare e al momento il più grande partito della destra è orfano di un leader carismatico come Sarkozy e rimane de facto un partito diviso in due.

Les Primaries en Italie

     Le système électoral italien, comme la majorité des lois électorales ne mérite pas d’être nommer démocratique puisque aucune loi électorale ne représente  promptement les vœux  des électeurs lors de la désignation des représentants d’un pays.   Pour cela en Italie depuis 2005 des forces politiques appliquent les élections primaires pour choisir les futurs candidats qui vont se présenter dans des élections politiques. Le but des primaires en Italie est double: améliorer la démocratie représentative, en créant une proximité entre électeur et élu, et rendre aussi plus démocratique l’appareil dirigeant au sein d’un groupe politique.

Il faut tout de suite rappeler que les primaires en Italie sont un « monopole » du centre gauche. Jusqu’au aujourd’hui aucune formation de la droite a mise en place des élections primaires pour choisir des candidats.

Après des tentatives sporadiques  dans les années ’90  en Octobre 2005 l’Unione (la coalition qui regroupait les formations de gauche et centre gauche) décide de demander à tous les citoyens italiens de choisir le leader qui devait représenter la gauche aux élections politiques de 2006. Il s’agit d’une élection où tout le monde peut participer et les seuls obligations sont la nationalité, l’âge (18) et une contribution symbolique (1euro). Plus de 4 millions d’italiens y participent et le vainqueur est l’ancien commissaire européen Romano Prodi, le quel va ensuite mener la coalition de gauche à conquérir les élections politiques de 2006.

Or, au sein de la gauche italienne les primaires sont utilisés aussi pour choisir les dirigeants du parti, c’est le cas du Parti Démocratique (PD). En fait, dès la naissance de la nouvelle formation il est prévu l’élection du secrétaire par le biais des primaires. C’est Walter Veltroni, ancien maire de Rome qui remporte les élections primaries en déventant le premier secrétaire du Parti Démocratique italien. En 2009, après l’échec du PD aux élections politiques de 2008, Walter Veltroni démissionne et de nouvelles élections primaires sont annoncées. Cette fois –ci c’est Pierluigi Bersani qui est nommé secrétaire après avoir gagné le duel contre Dario Franceschini. En même temps les électeurs pouvaient choisir directement les représentants locaux du parti.

 LES PRIMAIRES POUR CHOISIR LE CANDIDAT PREMIER MINISTRE.

Aux primaires de la gauche de Décembre 2012 comme pour les autres primaires étaient habilités à voter tout citoyen âgé plus de 16 ans et qui contribuent avec 1 euro  lors de la votation. Toute façon cette fois l’élection se déroule en deux tours et l’électeur doit souscrire à un appel public à soutenir la gauche lors des élections politiques de février 2013.  Le 25 Novembre et le 2 Décembre 2012 ce sont déroulés les élections primaires de la coalition du centre gauche italienne. Le PD se présent aux élections de 24 et 25 Février en coalition avec SEL (Sinistra,ecologia, libertà) et le parti socialiste italien.

Les résultats du premier tour.

Les candidats étaient Pierluigi Bersani (secrétaire de PD), Nichi Vendola (president de SEL), Matteo Renzi (PD, maire de Florence), Laura Puppato (PD) et  Bruno Tabbaci (alliance pour l’Italie). La nouveauté absolue était le maire de Florence, Matteo Renzi. 36 ans il incarnait le renouveau. Catholique mais ouvert aux thématiques sociales (avortes, mariage gay etc). Proche de Prodi et d’une vision Blairist de la gauche. Pendant son campagne électorale son slogan était Rottamazione c’est –à – dire mettre à la casse les dirigeants du PD. Après un débat dialectique assez tenace c’est le secrétaire Bersani  qui est choisit au deuxième tour comme le candidat de la gauche aux élections politiques de 2013 avec un score de 60% contre 40% de Matteo Renzi.

L'antagoniste principal de Bersani et la potentielle nouveauté de la gauche italienne

L’antagoniste principal de Bersani et la potentielle nouveauté de la gauche italienne

Côté droite, il y a eu des tentatives de mettre en place des élections primaires mais sans des résultats satisfaisants. La dernière tentative sérieuse a été proposée à la fin de Novembre par le secrétaire du Peuple des Libertés (PDL)  Angelino Alfano  mais cela a échoué car le président du Pdl, Silvio Berlusconi a décidé de les annules et de se présenter encore une autre fois comme leader de la droite aux élections de février.  Au sein de la droite, après deux semaines de débats et des polémiques, tous les représentants sont convenus avec le choix de Berlusconi d’annuler les primaires, toutefois des personnalités comme Ignazio Larussa et Giorgia Meloni, potentielle candidate avec Angelino Alfano, ont abbandoné le parti en créant « Fratelli d’Italia ».